Giuseppe Zampella
conservatore dei Beni Culturali
La Lanzillo non ricorre a trucchi accademici per imitare la realtà, resta fedele alla propria visione di viaggio nel ricordo della memoria dove tutto è semplice e chiaro ed esprime attraversi i colori la propria personalità di pittrice sicura di sè e capace. Bello il rosso del Vesuvio che altro non è che il Sole perchè il rosso è lo zenit del colore. Il Vesuvio rosso che si identifica con Napoli, la città del sole.
La pittura di Lanzillo è un language parlè dei valori recuperati viaggiando nel ricordo della memoria dove tutto è noto e familiare”.
Rosaria Matarese
artista
Simona Lanzillo, pensa, scova, elabora e si esprime, mettendosi in gioco con passione e con ironia; sperimenta, quindi, se stessa ed i materiali che sceglie, è gioiosa, fermamente convinta delle sue esperienze ed in continua crescita…. l’attenzione e l’amore che dedica alla pittura rendono il suo lavoro molto, molto credibile….. ed in questi tempi in cui tutto è solo vetrina, questo è, non solo apprezzabile, ma anche piacevolmente godibile!!!
Guardare per credere.
Gianni Nappa
critico d’arte
L’istinto traccia tutta la produzione artistica di Simona Lanzillo, con una sicura matrice figurativa che trova spunto ed adesione naturale alla pop art, senza però ricalcarne gli esiti più scontati, anzi la ricerca segue il bisogno di rappresentare gli amori e i sentimenti, che se trama d’inizio per tutti, nelle opere della Nostra, si evidenziano come sostanziale logos da sondare sia in termini di racconto che di rappresentazione.
La voglia di scoprirne i sapori della realtà vissuta, spinge alla sperimentazione di concretezze tridimensionali che sappiano superare il bidimensionale per essere proiezione nello spazio esterno, ma anche, e soprattutto, divertito e divertente invito a se stessa e agli altri.
Le trame si sviluppano su piani diversi e su materiali che di volta in volta costruiscono il dato esperienziale, sempre alla ricerca di un tratto da definire in essenzialità, nella ricerca tutta sperimentale di sondare altre esperienze.
Una ricerca che sta portando l’artista a integrare le esperienze figurative con impianti più aperti alla commistione di materiali e linguaggi, senza mai dimenticare l’istintivo senso di costruire il proprio sentire per immagini e parole.
Le cromie, in tutte le opere della Lanzillo, non devono essere comprimarie, ed in quanto parte di tecnica mista, si devono interpretare come tessuto sul tessuto del racconto, anche in funzione della ricerca, per non rimanere attratti solo dal segno, ed anzi, sostenere il tracciato con la scrittura, la parola, le frasi, e tutto, parte di un solo piano, dove l’invito è ad interagire emozionalmente nel proprio vissuto e far partecipi gli altri delle proprie esperienze.
Godibili ed ironiche, le opere dedicate alla propria città, sfruttano come dato di partenza l’impianto iconografico, proponendone la personale “visione” che delicatamente ci porta in tridimensionalità, con la costruzione di spazi, che ne contengano altri, così da invitare ad essere sempre pronti a non fermarsi alle apparenze, ed invece scandagliare le profonde ragioni sensibili.
L’arte vuol sempre irrealtà visibili. (Jorge Luis Borges) e Simona Lanzillo esprime il suo sentire attraverso l’irreale, nel ricordo, nel suo cuore, nella sua vita, costruendo un visibile che sia il suo linguaggio, che da personale sappia essere sentimento per tutti.